Il project space di Kaleidoscope ospita la prima mostra personale in Italia dedicata a Peter Friedl (1960, Oberneukirchen, Austria. Vive e lavora a Berlino). La mostra inaugura il 16 settembre alle ore 18.30 e, in occasione di STARTMILANO, sarà aperta al pubblico con orario prolungato nei giorni 17, 18 e 19 settembre.
In mostra vengono presentati i video The Children (2009) e Bilbao Song (2010) entrambi dedicati al tableau vivant. Mostrato durante la quarta edizione della Biennale d’Arte Contemporanea di Tirana, The Children fa riferimento al dipinto Fëmijët (1966) del pittore socialista albanese Spiro Kristo. La scena di un gruppo di bambini che gioca in strada è qui riproposta all’interno dell’Hotel Dajti a Tirana, eretto dagli italiani durante l’occupazione fascista dell’Albania. Il silenzio inverosimile dell’azione è interrotto da una voce che recita in albanese il consiglio che Francisco Pacheco, autore di Arte de la pintura, diede al suo discepolo Diego Velázquez e che Foucault cita nel suo noto saggio su “Las Meninas”: “L’immagine dovrebbe stare fuori dalla cornice”.
Bilbao Song (2010) è girato invece nel Teatro Serantes di Santurtzi, in occasione della mostra personale dell’artista tenutasi presso Sala Rekalde a Bilbao nella primavera 2010. Il video – che tra i protagonisti vede coinvolti ospiti quali Julen Madariaga (avvocato, politico, storico e co-fondatore di ETA) e il popolare duo di clown Pirritx e Porrotx – riprende il quadro di Jean-Auguste-Dominique Ingres, Enrico IV riceve l’ambasciatore di Spagna (1817) e vari dipinti della pittura basca. La staticità del tableau vivant è accompagnata da un’interpretazione dal vivo di “Bilbao-Song”, brano tratto dallo sfortunato musical Happy End scritto da Kurt Weill, Elisabeth Hauptmann e Bertolt Brecht, suonata sul fondo del palco da un pianista e una fisarmonicista.
La pratica di Friedl riflette sulla produzione delle immagini e interroga la loro capacità di rappresentare una vicenda storica, politica e culturale. In questa indagine, condotta con l’utilizzo dei media più diversi (dalla fotografia alla saggistica), con i due video presenti in mostra Friedl ha recentemente introdotto l’uso del tableau vivant. Due situazioni caratterizzate da una storia politica complessa, l’Albania e i Paesi Baschi, vengono emblematizzate in una messa in scena costruita sulla base di modelli pittorici. La bellezza suadente di queste immagini, composte entro tradizioni cariche di presupposti storico-politici (il realismo socialista in un caso; la pittura di storia nell’altro) ha una funzione allegorica. Friedl, con la creazione di tableaux vivants, rende esplicito il suo interesse per le vicende che stanno “dietro” l’immaginario congelato in una data tradizione rappresentativa.
Completano la mostra altri due elementi: un wallpaper, Untitled (Berlin) (1996-2007), e alcune fotografie tratte dalla serie Theory of Justice (1992-in corso). Il wallpaper riproduce una fotografia scattata da Friedl nel 1996 e raffigurante un muro berlinese su cui si legge la scritta: “Attenti, maiali! Questa non è Colonia”, sintomatica della volontà della nuova “repubblica di Berlino” di proporsi come centro propulsore di un’identità alternativa.
Theory of Justice è il titolo di un progetto costituito da un amplissimo archivio di immagini che dal 1992 Friedl prende dai giornali, scegliendole per la loro emblematicità rispetto a situazioni di conflitto e ingiustizia. Questo insieme costituisce un commento critico verso le teorie del contratto sociale, come quella del filosofo americano John Rawls dal cui testo principale Friedl ha tratto il titolo della serie. Alcuni di questi ritagli di giornale sono stati fotografati, ingranditi, ristampati e incorniciati singolarmente, e vengono presentati come ulteriore sviluppo del progetto.