Centinaia di voci, anime, volti creano un quadro allegorico che attraversa un territorio unico nel suo genere. Cusumano Masterpieces presenta “Variazioni sul Tremore Armonico”, la nuova mostra di Yuval Avital, curata da FARE, che si terrà dal 17 novembre al 10 dicembre presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano.
La collaborazione tra Yuval Avital e Cusumano ha avuto inizio due anni fa, quando Diego Cusumano ha deciso di sostenere il progetto “Alma mater”, l’opera monumentale dell’artista israeliano, che, presso la Fabbrica del Vapore di Milano, ha creato una cattedrale di 140 altoparlanti in pietra e terracotta da cui si diffondevano voci di nonne di tutto il mondo intrecciate a suoni della natura. “Variazioni sul Tremore Armonico” raccoglie l’eredità di “Alma Mater” e sviluppa ulteriormente il rapporto con la natura e le origini. La mostra nasce da un viaggio sull’Etna, che Yuval ha compiuto su invito di Diego Cusumano: la visita, nata come un sopralluogo, si è tradotta in centinaia di fotografie e terabyte di contenuti video. Il tremore armonico non è altro che l’onda sensoriale, la musica inaudibile che il vulcano attivo produce. Le variazioni sul tremore armonico consistono quindi negli impatti emotivi, fortissimi e contraddittori, che esso genera: la terra e l’essere umano sono i due protagonisti dell’opera.
La mostra si sviluppa in tre diverse aree seguendo un percorso di suoni e immagini che guidano il visitatore alla scoperta del territorio dell’Etna.
La prima sezione è dedicata alla fotografia: partendo da migliaia di scatti, Yuval Avital ha selezionato centinaia di foto che raccontano non solo il paesaggio lunare e mitico, ma anche la gente dell’Etna e di episodi di vita comune.
Nella seconda area, una scultura sonora a metà tra un totem rituale e uno strumento scientifico, riproduce il suono del cuore del vulcano, registrato con il contributo dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia nella sua sede di Catania.
La terza e ultima sezione, attraverso installazioni icono-sonore, riproduce oltre 70 scene che coinvolgono circa 350 persone, dettagli della terra, fiumi di lava, voci, gesti, immagini, suoni che insieme creano un racconto multisensoriale del tremore.
L’arte contemporanea trova nuovamente spazio all’interno del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia, in un programma culturale sempre più ricco di appuntamenti rivolti a un pubblico adulto e a giovani sia italiani che stranieri.
Se da un lato l’arte, così come la scienza, vuole narrare, catturare e rappresentare la realtà, dall’altro ha la capacità di accorciare la distanza che a volte separa scienza e tecnologia dalla società.
La mostra di Yuval Avital si integra alle riflessioni del Museo sul rapporto uomo – ambiente e attraverso la contaminazione tra temi, forme e linguaggi, abbraccia mondi apparentemente lontani facendoli convergere in un un’unica grande sinfonia.
“Variazioni sul Tremore Armonico” è un flusso di microcosmi, una serie di piccoli episodi annidati nella realtà etnea. Alcuni di questi episodi sono familiari, come il ballo di Elisa, in cui una ragazza danza sulle note delle zampogne che i suoi antenati costruiscono e suonano da generazioni; o come lo scatto che ritrae un uomo mentre prende tra le sue mani una farfalla congelata nel bosco di Linguaglossa, prima di restituirle la vita tramite il suo respiro. Altri sono invece surreali, come ad esempio la serie dedicata a un onirico astronauta, immortalato mentre si staglia in pose irreali sullo sfondo dell’Etna.
Nato come musicista, compositore e chitarrista, l’artista israeliano Yuval Avital è ora conosciuto in tutto il mondo per la sua multidisciplinarietà, che si rivela nelle enormi installazioni audio-visive, nelle performance collettive di massa, nelle opere d’arte iconiche, nei quadri multimediali, nei progetti tecnologici che coinvolgono scienziati e intelligenze artificiali. Reso celebre sulla scena artistica milanese da capolavori come “Alma Mater”, “Open Fence” e “Requiem Monumentale”, Yuval Avital ama definirsi un “compositore” nel senso etimologico del termine, come colui che “mette insieme”, in grado cioè di rivelare lo strato poetico e misterioso che caratterizza la realtà e aspetta solo di essere portato in superficie.